


Il precedente post richiamava l’attenzione sullo strano copricapo che avrebbe dovuto caratterizzare la Tour Eiffel in occasione del suo 120° anniversario.
Ebbene, la vecchia signora non ne ha alcuna intenzione: la “Societe d’Exploitation de la Tour Eiffel” (SETE), che gestisce l’architettura temporanea più longeva del mondo, ha precisato che non è stato mai ipotizzato nessun add-on celebrativo, checché ne dicano i Serero Architects, pseudo-vincitori del concorso.
Gole profonde dello studio parigino, del resto, inizialmente negavano tutto, adducendo che non avrebbero prodotto elaborati e calcoli tanto definiti se non avessero avuto la buona fede di partecipare ad una competizione ad inviti, organizzata dalla stessa SETE. Fino a quando lo stesso David Serero non è stato costretto ad ammettere che il progetto non era altro che una proposta spontanea dello studio alla SETE, in vista di futuri colloqui.
Comunque, nessuno potrà mai convincerci che i furbastri non si siano voluti fare una pubblicità planetaria salendo letteralmente sulle spalle del monumento parigino.
In ogni caso, niente fungo art-nouveau sopra la Tour. La caratteristica silhouette, icona e simbolo di Parigi e della Francia tutta, non si stravolge, nemmeno per poco tempo.
Avevano abboccato alla notizia, oltre che noi poveracci, anche testate di tutto rispetto come il “New York Times“, oltre che i britannici “The Guardian” ed il “Daily Telegraph“.
Gustave, l’incubo è finito. Era tutta una burla, un divertissement. Alla faccia dei benpensanti.